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Ma quanto e come devo scrivere?

Riflessioni di un Copywriter…messe nero su bianco ovviamente!

Social media



Sono Davide e in agenzia io sono “quello che scrive”. Mi piace autodefinirmi così.
Una grande idea non raccontata rimane solo un’idea e le parole sono il primo vero step verso la nascita di un progetto concreto. Quindi sì: in realtà sono qualcosa di più di “quello che scrive”.

Scrivo da sempre. Da che ho iniziato a saper mettere le parole una in fila all’altra ho riempito di pensieri e storie tanti quaderni, poi diari… e poi sono arrivati i computer e ho iniziato a riempire pagine di Word, poi è arrivato il web con i primi blog, e infine i social con la loro comunicazione fast.

Quello d’agenzia è diventato (per mia fortuna) un lavoro vero (e mica mi lamento) però questo ha portato a tutta una serie di cambiamenti e di adattamenti che ho dovuto maturare nel tempo per passare dall’essere un appassionato di scrittura a un professionista della scrittura: un COPYWRITER.

Qui ci sono già tre grandi domande da argomentare:

1) Cosa fa esattamente un professionista della scrittura?

2) Quante e quali figure professionali ci sono nella comunicazione scritta e come si coordinano tra loro? Qual è il “collante” che le tiene insieme?

3) Come si scrive professionalmente oggi su piattaforme tanto diverse tra loro?


Andiamo per ordine.

1) Cosa fa esattamente un professionista della scrittura?
Oggi la comunicazione è all’80% digital e di questa percentuale, un buon 90% è fatta sulle piattaforme social (via smartphone). È un mondo relativamente nuovo, che va approcciato con le sue regole per pensare di ottenere un risultato. Ma è anche un mondo talmente variegato che non si può pensare di crearsi un proprio stile e mantenerlo sempre costante dappertutto: un professionista della comunicazione digitale sicuramente non è un romanziere. Non è nemmeno uno sceneggiatore (in realtà faccio anche questo, ma non per lavoro e comunque è un’altra faccenda…).
Noi Copywriters siamo la voce delle aziende che ci affidano la loro storia. Che ci affidano la loro voglia di risultati tangibili. Siamo il mezzo con cui una realtà professionale riesce a raccontarsi ai propri potenziali clienti in una modalità affascinante, che faccia capire il valore e che, soprattutto, faccia scegliere al consumatore di acquistare da quella azienda che naviga in un mare di altre aziende competitor. Bella responsabilità!

2) Quante e quali figure professionali ci sono nella comunicazione scritta?
Altra bella domanda. La soluzione più semplice potrebbe essere quella di specializzarsi su un singolo settore operativo.

• Puoi fare il blogger e scrivi dei bellissimi articoli
• Puoi fare il SEO copywriter (poi vi spiego anche cos’è)
• Puoi scrivere sui social e interagire con la community

Tuttavia, oggi la tendenza non è più questa. 
A volte hai a disposizione pagine e pagine (se scrivi articoli come questo) oppure devi centrare il messaggio vincente in poche parole (sui social tutto è mordi-e-fuggi e nessuno legge cose troppo lunghe. Devi essere bravo a coordinarti con colleghi che scrivono come te ma in modi e quantità differenti - con il lavoro di squadra la cosa è superabile con successo.
Da un lato, avere tre persone diverse che scrivono spesso non è economicamente sostenibile per un’azienda.
Dall’altro, una figura singola che sa adattare la comunicazione al contesto e alla tipologia di piattaforma, permette di mantenere uno stile e un tono di voce “personalizzato per l’azienda” di cui parlavo prima, così che la comunicazione sia più uniforme e coordinata. Tolti i big brand internazionali che segmentano tutto fino all’esasperazione, nel 2023, quella del Copywriter che scriver per più canali/contesti è una scelta decisamente diffusa.
E qui arriva al vero scoglio da superare… 

3) Come si scrive professionalmente oggi su piattaforme tanto diverse tra loro?
Io ho una regola che tengo sempre in cima alla lista. 
Parlo con il cliente di cui devo seguire la comunicazione e gli faccio (senza sapere minimamente cosa vorrebbe o dovrebbe fare) tre-domande-tre:
• Raccontami chi sei
• Raccontami da dove arrivi
• Dimmi dove ti piacerebbe essere tra 5 anni

Sembra banale, ma parte tutto da qui. Se ti devo “raccontare” devo diventare un po’ parte dell’azienda anche io.
Chiarito questo si disegna una strategia di comunicazione digitale. Ecco che essere una figura che si interfaccia con sé stessa ha già qualche vantaggio. Puoi pensare rapidamente a come declinare la comunicazione su tutte le piattaforme e gli spazi che gestisci tu.

A questo punto il lavoro è quello di scrivere, seguendo la rotta disegnata con il cliente, mettendosi in faccia di volta in volta le varie “maschere” del blogger, del SEO copy e del social media manager. Ok. Ma cosa sono queste figure e com’è che lavorano per il cliente? E soprattutto: come si fa a essere tre cose diverse nella stessa persona? Cos’è che fa da “collante” e che ti permette di essere così versatile? La risposta è ancora abbastanza semplice. 
Oggi le aziende devono si raccontare, ma non per informare e basta. Devono far innamorare di sé per emergere e vendere il loro prodotto. E per vendere con la comunicazione ci sono delle regole ben precise che i professionisti (tutti, nessuno escluso) devono conoscere e rispettare.

Vediamole.
Ma non adesso, vi lasciamo con questo bellissimo cliffangher (termine preso appunto dalla sceneggiatura, googolate per credere) e vi rimandiamo alla seconda parte dell'articolo che uscirà domani!